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giovedì 18 giugno 2015

Il mio corpo che cambia: la difficile ascesa al peso-forma


Il cibo è la mia passione, il mio corpo si modella in virtù della mia ossessione per i lipidi -e quando dico "modella", ovviamente utilizzo un eufemismo edulcorato per dire che ingrasso come una gallina in gabbia. 
Ho una costituzione massiccia, e come spesso dicono le persone ingorde, "ho le ossa grosse" e dunque peso molto anche per questo (...).

Chi si rispecchia in questi presupposti sa quanto difficile sia far dieta, perché anche quando la terapia alimentare è equilibrata e ti consente di mangiare molto, ti continueranno a mancare le secchiate di lardo che mangiavi prima davanti alle serie tv del cuore. Io, per esempio, credo che sino a due mesetti fa, avessi una potentissima assuefazione da olio di palma. Nutella, patatine, caramelle, cioccolati: non mi mancava nulla! E mentre li addentavo sentivo pure un gran senso di appagamento.

lunedì 15 giugno 2015

Una vita "bucolica"


Sarebbe bello provare il piacere di vivere in un universo bucolico, dove il picco del piacere verrebbe certamente offerto dalla bellezza del paesaggio e dalla vita campestre popolata da farfalle, caratterizzata da verdi pascoli e aria pulita. Lontano da paure, ostacoli e mali da affrontare. Là, dove non esisterebbero aspettative da esaudire, né pessimismo e ottimismo.

domenica 18 maggio 2014

Le dinamiche della lettura

Dunque, vediamo. Premetto che vi scrivo senza quell'immancabile strumento che mi permette di farmi largo tra lettere e parole: gli occhiali. Potrei fare qualche strafalcione ai quali rimedierò quando li recupererò.

Qualcuno sa già quanto io sia appassionato di libri. Ma non è delle mie letture che vorrei parlarvi, bensì del modo in cui si legge.

lunedì 28 aprile 2014

Gli anni Novanta: quando il "minimal" non era una moda

Questa sera mentre scrivevo un messaggio su Whatsapp ho pensato: "ma vi ricordate quando comunicare con qualcuno significava varcare la soglia di casa e suonare alla porta dell'amico?" Sembra folle pensare a quanto tempo sprecavamo in trasferte, portando il messaggio sui nostri piedini e non sul filo del telefono.

Pensiamo di essere tanto socievoli con i nostri mezzi ultra tecnologici: Iphone, Galaxy, Whatsapp e altre "diavolerie varie", come le ha bollate mia nonna.
In realtà credo che la vera questione del socializzare sia quella di vedersi in faccia o saper conoscere qualcuno anche senza ricorrere a mezzucci.
Non nego quanto sia bello essere parte di una globalizzazione sempre più progressiva. Non saprei vivere senza internet né telefono. Questo perché dopo che infili il dito nella marmellata difficilmente riesci a non leccarti le dita e a rinfilarcelo di nuovo. E' bello, ti piace e non ci rinunci.

Però se ci pensiamo bene, almeno per chi ha vissuto da adolescente il decennio degli anni 90 (considerate che io sono classe 1983), abbiamo perso la magia della semplicità. L'importanza di emozionarsi per piccole cose che ormai sono scontate e quasi prive di valore.

sabato 26 aprile 2014

Lo faccio o no?

Foglio bianco. Mente distesa dalla musica (più o meno), il blog mi guarda e mi chiede perché non lo vengo più a trovare da ormai più di un anno. La mia creatura è moribonda e mi chiede l'estrema unzione o, nel migliore dei casi, la rinascita. Devo dunque prendere una decisione: chiuderlo o fargli riprendere il volo.

giovedì 22 novembre 2012

Omofobia latente ed ilarità facile. I danni sociali di atteggiamenti considerati innocui.

Dopo la tristissima morte di A.,  ragazzo omosessuale di 15 anni, che si è tolto la vita per via degli insulti che sopportava quotidianamente e che ormai non riusciva più a sopportare, si sono accesi i riflettori su chi, come detto Casalino (che nemmeno conoscevo prima), fa della facile ilarità in televisione con programmi pseudo divertenti. Con battute talmente scontate da sembrare pure imbarazzanti e ridicole anche per chi omosessuale non è. Ma spesso vengono gradite da una strana specie animale priva di cervello che le considera semplici battute.
Dal momento che ho avuto modo di commentare su questi argomenti altrove, mi piacerebbe condividere con voi il mio commento alla specie animale di cui appena accennato: quella che pensa (o che non pensa) che commenti in cui fa da protagonista la parola "Checca" siano privi di conseguenze serie.

sabato 27 ottobre 2012

Ideologie pericolose

In questi giorni ho iniziato a leggere un libro dal titolo Ideolgías excluyentes. Si tratta di un libro acquistato in una bella libreria di Barcelona; un libro che mi ha colpito subito per il titolo e l'abstract che ho avuto modo di leggere in libreria. 
L'autrice, Yolanda Guío Cerezo, esperta antropologa spagnola, porta al centro del dibattito un argomento tanto ricorrente quanto scomodo e sottovalutato: la paura del diverso.
La Guío spiega quanto l'essere umano tenda ad etichettare qualsiasi cosa, anche quando in realtà non la conosce affatto. Il problema principale è che spesso questo atteggiamento porta al pregiudizio ed alla diffusione di falsi miti. Ci arroghiamo il diritto di definire e classificare come diverso ed anormale ciò che nemmeno ci sforziamo di conoscere; diffondiamo queste false conoscenze mediante metodi educativi approssimativi, discutibili e caratterizzati da concetti senza fondamento. Insegnamo nozioni caratterizzate dal 'sentito per dire' o estrapolate da fantasiose interpretazioni di una qualche teodicea. Dimentichiamo, però, che tutto ciò porta alla costituzione di ideologie che si riflettono pericolosamente sul piano etico. Questo lo abbiamo visto, ad esempio, con la xenofobia e l'omofobia.
In realtà etichettare 'il diverso' con teorie puramente metafisiche senza sforzarsi, anche quando ne abbiamo i mezzi, di conoscere direttamente la realtà che ci sta attorno, è sintomo di timore verso ciò che pensiamo essere tanto diverso da noi, ma che in fondo, forse, non lo è per nulla. 

Quasi a non voler smentire l'intro di questo bel libro di cui al momento ho letto solo alcune pagine, stamattina apro La repubblica (articolo) e trovo questo:

Striscione indecente e provocatorio di Forza Nuova 
affisso presso la sede del collettivo 
Lgbt di Bologna, il Cassero.


Mi chiedo fino a che punto, e secondo quali ragioni che non siano l'odio o teorie astratte inventate di sanapianta, questi signori pensino di essere i conservatori della normalità. ...Ma son sicuro che non ne avrebbero nessuna: non solo perché non esistono, ma anche perché se esistessero non avrebbero le dovute capacità cognitive e linguistiche per esporle. La loro unica arma è la violenza -verbale e fisica.

Tutto ciò dimostra quanto le ideologie nate dall'intolleranza e dall'ignoranza portino solo sofferenza.


Neom