E' periodo di lauree.
Già, però questa volta spetta anche a me.
Tra 9 giorni avrò finalmente concluso i miei studi.
Non dovrò più dare esami.
Sarò libero.
Forse fin troppo.
Tanti esami, tanto studio per quella laurea umanistica che tanto ti piaceva, perché ti sarebbe piaciuto lavorare in una redazione, in un museo, casa editrice o comunque qualcosa che avesse a che vedere con la cultura.
Macché: siamo in periodo di crisi, dicono. La prima cosa su cui si taglia è proprio la cultura!
E allora penso: è forse inutile inseguire i propri sogni quando si sa che sarà dura concretizzare il tutto?
Non lo so: lo scoprirò, mi dico, ormai ci sono.
Ma comunque non demordo ed inseguo i miei sogni.
Senza sogni mi sentirei vuoto e privo d'anima.
E nonostante le difficoltà...crederci non costa poi tanto.
Al di là di quest'argomento, quello del lavoro, mi vengono in mente anche altri pensieri. In questi anni ho conosciuto tante persone, tanti colleghi, conoscenti e anche tante belle persone che ora sono amici.
Sono successe cose belle e brutte, sono cresciuto tantissimo perché ho imparato a vivere da solo fuori sede, ho accettato la mia omosessualità e mi sono pure fidanzato con un ragazzo stupendo che se non ci fosse dovrei inventarlo.
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Mi è stata data la possibilità di fare l'erasmus e l'ho colta al volo: anche quest'esperienza, che rientra nell'ambito 'università' mi ha cambiato tantissimo ed ha contribuito a livellare alcuni spigoli del mio carattere. Ad esempio l'essere a volte fin troppo diffidente, introverso e ad aver paura del giudizio della gente.
Tutte queste esperienze, lontani da casa, con gente nuova e contesti prima estranei, mi hanno aiutato a diventare come sono e a fregarmene un po' di più dei benpensanti.
A volte mi dico: pensa se non avessi fatto l'università! Come sarei ora senza tutte queste esperienze?
Probabilmente al loro posto sarebbero sopraggiunte altre opportunità, ma in fondo dubito che sarebbe stata la stessa cosa. Probabilmente sarei rimasto ancorato al mio paesino ed alla mia famiglia senza mai uscire dal guscio.
Sì, a conti fatti devo molto all'esperienza universitaria. Non solo per le cose interessanti che ho imparato, ma per ciò che di secondario allo studio è sopraggiunto.
Ma ora siamo qui, a pochi passi dal traguardo.
Guardo indietro un po' con felicità e un po' con nostalgia nel ricordo della spensieratezza con cui in fondo si fa l'università: perlomeno i primi anni. I primi fuori casa!
Talvolta sono stato anche un po' ingenuo, ma anche questo è servito per imparare tanto sulle persone.
Quando però tutto finisce ci si sente come esposti sul davanzale di un terrazzo all'ultimo piano di un edificio. Sospesi nel vuoto.
Come mi ha scritto una mia carissima amica per messaggio: la preparazione universitaria di tutti gli anni, ed infine le ansie finali per quella tanto attesa discussione di laurea, sono come un pallone che si gonfia quasi fino a scoppiare.
Ed in effetti dopo che tutto finisce è come se questo pallone scoppiasse per fare un gran baccano e lasciare lo spazio ad un assordante silenzio.
Grandi commemorazioni...Sei dottore.
Ma poi...in realtà è vero: sei solo un numero. E' giunto il momento di farsi spazio nella società lavorativa e, come direbbe Darwin, lottare per la sopravvivenza.
La verità è che quel sentimento nostalgico per il passato cede immediatamente il passo all'incertezza per il futuro. Quel futuro per il quale hai fatto dei piani che però sei sempre costretto a modificare.
Quel b2 di spagnolo, raggiunto per poter andare a vivere in Spagna, con la crisi economica mondiale è diventato un pezzo di carta che fa numero tra le referenze del curriculum ma che, per il momento, non serve all'intento primario per cui lo hai tanto voluto raggiungere.
Dunque ho iniziato a pensarla in questo modo: una vita senza sogni è una vita piatta, ed avere tutto subito poi diventa monotono.
A me piace credere che prima o poi ce la farò e che sarà ancora più bello avere certe soddisfazioni sudandosele.
L'unica cosa di sicuro che ho è l'amore della persona che amo e con la quale festeggerò 4 anni di fidanzamento proprio il giorno della mia laurea.
Bel modo di chiudere in bellezza, no?
Alla fine di questo pappone mi sento di dire a coloro che iniziano l'esperienza universitaria di non stare attaccati alla gonna di mamma, ma di sfruttare appieno tutte le esperienze importanti che la vita offre.
Non ve ne pentirete.
NeOm
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